SAFEGUARDING
MODELLO
ORGANIZZATIVO PER IL CONTRASTO DI ABUSI, VIOLENZE E DISCRIMINAZIONI
INDICE
Art. 1 Finalità
Art. 2 Destinatari
Art. 3 Comportamenti e condotte rilevanti
Art. 4 Principi e Comportamenti da tenere
Art. 5 Tutela dei minori
Art. 6 Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni
Art. 7 Misure Preventive e Gestione del Rischio
Art. 8 Misure di Contrasto
Art. 9 Responsabilità
Art. 10 Monitoraggio risultati
Art. 11 Pubblicità e diffusione politiche Safeguarding
Art. 12 Riservatezza e privacy
Art. 13 Ritorsioni
Art. 14 Norme Finali/Transitorie
Art.1 Finalità
Il
presente Regolamento è stato redatto in conformità alle disposizioni di cui al
D.lgs. n. 36/2021 e al D.lgs. n. 39/2021, nonché alle disposizioni emanate in
materia dalla Giunta Nazionale del CONI, dall’ENDAS Nazionale nonché ai
principi fondamentali emanati dall’Osservatorio permanente del CONI per le
politiche di Safeguarding, al fine di contrastare
ogni forma di abuso, violenza e discriminazione e disciplinare le misure per
assicurarne il rispetto, con particolare riguardo alla tutela dei minori.
Art.2
Destinatari
Sono
tenuti al rispetto del seguente regolamento tutti i Tesserati, Dirigenti,
Dipendenti, Collaboratori e tutti coloro che, a qualsiasi titolo, intrattengono
rapporti con l’Associazione.
Art.3
Comportamenti e condotte rilevanti
Costituiscono
comportamenti rilevanti ai fini del presente Regolamento:
a)
l’abuso psicologico;
b)
l’abuso fisico;
c)
la molestia sessuale;
d)
l’abuso sessuale;
e)
la negligenza;
f)
l’incuria;
g)
l’abuso di matrice religiosa;
h)
il bullismo, il cyberbullismo;
i)
i comportamenti discriminatori.
Ai
fini del presente articolo, si intendono:
•
per “abuso psicologico” qualsiasi atto indesiderato, tra cui la mancanza di
rispetto, il confinamento, la sopraffazione, l’isolamento o qualsiasi altro
trattamento che possa incidere negativamente sul senso di identità, dignità e
autostima, ovvero tale da intimidire, turbare o alterare la serenità del
tesserato, anche se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali;
•
per “abuso fisico”, qualunque condotta consumata o tentata (tra cui botte,
pugni, percosse, soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), che sia in
grado in senso reale o potenziale di causare, direttamente o indirettamente un
danno alla salute, un trauma, lesioni fisiche o che danneggi lo sviluppo
psico-fisico del minore tanto da compromettergli una sana e serena crescita.
Tali atti possono anche consistere nell’indurre un tesserato a svolgere (al
fine di una migliore performance sportiva) un’attività fisica inappropriata,
come il somministrare carichi di allenamento inadeguati in base all’età,
genere, struttura e capacità fisica oppure forzare ad allenarsi atleti
ammalati, infortunati o comunque doloranti nonché nell’uso improprio,
eccessivo, illecito o arbitrario di strumenti sportivi. In quest’ambito
rientrano anche quei comportamenti che favoriscono il consumo di alcool, di
sostanze comunque vietate da norme vigenti e le pratiche di doping;
•
per “molestia sessuale”, qualunque atto o comportamento indesiderato e non
gradito di natura sessuale, sia esso verbale, non verbale o fisico che comporti
una grave noia, fastidio o disturbo. Tali atti o comportamenti possono anche
consistere nell’assumere un linguaggio del corpo inappropriato, nel rivolgere
osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, nonché richieste indesiderate
o non gradite aventi connotazione sessuale, ovvero telefonate, messaggi,
lettere od ogni altra forma di comunicazione a contenuto sessuale, anche con
effetto intimidatorio, degradante o umiliante;
•
per “abuso sessuale”, qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione
sessuale, senza contatto, o con contatto e considerata non desiderata, o il cui
consenso è costretto, manipolato, non dato o negato. Può consistere anche nel
costringere un Tesserato a porre in essere condotte
sessuali inappropriate o indesiderate, o nell’osservare il Tesserato in
condizioni e contesti non appropriati
•
per “negligenza”, il mancato intervento di un dirigente, tecnico o qualsiasi
tesserato, anche in ragione dei doveri che derivano dal suo ruolo, il quale,
presa conoscenza di uno degli eventi, o comportamento, o condotta, o atto di
cui al presente documento, omette di intervenire causando un danno, permettendo
che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno. Può
consistere anche nel persistente e sistematico disinteresse, ovvero
trascuratezza, dei bisogni fisici e/o psicologici del tesserato;
•
per “incuria”, la mancata soddisfazione delle necessità fondamentali a livello
fisico, medico, educativo ed emotivo;
•
per “abuso di matrice religiosa”, l’impedimento, il condizionamento o la
limitazione del diritto si professare liberamente la propria fede religiosa e
di esercitarne in privato o in pubblico, il culto purché non si ratti di riti
contrari al buon costume;
•
per “bullismo/cyberbullismo”, qualsiasi comportamento offensivo e/o aggressivo
che un singolo individuo o più soggetti, possono mettere in atto,
personalmente, attraverso i social network o altri strumenti di comunicazione,
sia in maniera isolata, sia ripetutamente nel corso del tempo, ai danni di uno
o più tesserati con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sul
tesserato. Possono anche consistere in comportamenti di prevaricazione e
sopraffazione ripetuti e atti ad intimidire o turbare un tesserato che
determinano una condizione di disagio, insicurezza, paura, esclusione o
isolamento (tra cui umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto fisico, minacce
verbali, anche in relazione alla performance sportiva, diffusione di notizie
infondate, minacce di ripercussioni fisiche o di danneggiamento di oggetti
posseduti dalla vittima);
•
per “comportamenti discriminatori”, qualsiasi comportamento finalizzato a
conseguire un effetto discriminatorio basato su etnia, colore, caratteristiche
fisiche, genere, status social- economico, prestazioni sportive e capacità
atletiche, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento
sessuale.
Le
condotte rilevanti possono essere tenute in ogni forma e/o modalità, ivi
comprese:
•
di persona
•
tramite ausili informatici (social network, web, e-mail, messaggi, etc).
Art.4
Principi e comportamenti da tenere
I
Soggetti di cui all’art. 2 sono tenuti al rispetto dei seguenti principi e
comportamenti:
-
uguaglianza e tutela della libertà, della dignità e dell’inviolabilità della
persona;
-
attenzione e impegno a garantire uguali condizioni, senza distinzioni di età,
etnia, condizione sociale, opinione politica, convinzione religiosa, genere,
orientamento sessuale, disabilità e altro;
-
attenzione ad eventuali situazioni di disagio, percepite o conosciute anche
indirettamente, con particolare riguardo a soggetti minorenni;
-
segnalazione di ogni circostanza di interesse, agli esercenti la responsabilità
genitoriale o tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza;
-
confronto con il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni o
direttamente con il Safeguarding Officer
dell’ENDAS, ove si abbia il sospetto che possano essere attuate condotte
rilevanti ai sensi del presente Regolamento;
-
svolgimento dell’attività sportiva nel rispetto dello sviluppo fisico, sportivo
ed emotivo del Tesserato, tenendo in considerazione anche interessi e bisogni
dello stesso;
-
programmazione e gestione dell’attività, anche in occasione delle trasferte,
individuando soluzioni organizzative e logistiche atte a prevenire situazioni
di disagio e/o comportamenti inappropriati;
-
autorizzazione degli esercenti la responsabilità genitoriale in caso di
Tesserati minorenni, da conservare nei termini di legge, qualora siano
programmate sedute di allenamento singole e/o in orari in cui gli impianti e
gli spazi utilizzati per l’attività sportiva non sia usualmente frequentata e/o
nelle trasferte;
-
prevenzione, durante gli allenamenti e in gara, di tutti i comportamenti e le
condotte sopra descritti con azioni di sensibilizzazione e controllo;
-
sensibilizzazione ai fruitori dello spazio in cui si sta svolgendo l’attività
sportiva, che gli apprezzamenti, i commenti e le valutazioni che non siano
strettamente inerenti alla prestazione sportiva e compresi tra quelli indicati
dal presente Regolamento, possono essere lesivi della dignità, del decoro della
persona;
-
favorire la rappresentanza paritaria di genere.
Art.5
Tutela dei minori
I
soggetti chiamati a svolgere attività dirette con minori, a prescindere dalla
forma e dal tipo di rapporto di lavoro e collaborazione intrattenuta, sono
tenuti a richiedere copia del casellario giudiziario.
Art.6
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni
Con
lo scopo di prevenire e contrastare gli abusi, le violenze e le
discriminazioni, in linea con le vigenti disposizioni, è nominato un
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni.
Il
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è competente altresì per
la verifica di situazioni di pericolo o abusi in corso, nel rispetto delle
competenze della Giustizia Sportiva, nonché per le azioni di prevenzione.
Il
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è nominato dall’
Assemblea dei Soci, scelto tra Professionisti, Dirigenti, Sportivi, Soci che si
siano contraddistinti per la loro professionalità, principi etici e che:
•
Non abbia riportato condanne penali passate in giudicato per reati non colposi
a pene detentive superiori ad un anno, ovvero a pene che comportino
l’interdizione dai pubblici uffici superiore ad un anno;
•
Non abbia riportato, nell’ultimo decennio, squalifiche o inibizioni sportive
definitive complessivamente superiori ad un anno, fatti salvi i casi di
riabilitazione da parte delle Federazioni Sportive Nazionali, delle Discipline
Sportive Associate e degli Enti di Promozione Sportiva, del CONI o di Organismi
Sportivi Internazionali riconosciuti;
•
Non abbia subito una sanzione a seguito dell’accertamento di una violazione
delle Norme Sportive Antidoping del CONI o delle disposizioni del Codice
Mondiale Antidoping WADA;
•
Non abbia in essere controversie giudiziarie contro l’Ente, il CONI o con le
Federazioni Sportive Nazionali o contro altri Organismi riconosciuti dal CONI
stesso.
Il
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni nell’espletamento delle
sue funzioni, si occupa in particolare di:
-
vigilare sull’adozione e sull’aggiornamento dei modelli organizzativi e di
controllo dell’attività sportiva, nonché dei codici di condotta, segnalando le
violazioni dei predetti obblighi e eventuali condotte
rilevanti, al Safeguarding Officer
ENDAS Nazionale;
-
adottare le opportune iniziative per prevenire e contrastare ogni forma di
abuso, violenza e discriminazione;
-
partecipare al Tavolo Permanente sulle politiche di Safeguarding,
coordinato dal Safeguarding Officer
ENDAS Nazionale.
-
relazionare, con cadenza semestrale, sulle politiche di Safeguarding
all’ Assemblea dei Soci;
-
interfacciarsi per le politiche di Safeguarding, per
tutti gli adempimenti necessari, con il Safeguarding Officer ENDAS Nazionale, al quale fornisce informazioni e
ogni eventuale documento richiesto;
-
svolgere ogni altra funzione eventualmente attribuita dall’ Assemblea dei Soci;
Il
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni dura in carica quattro
anni e non può essere revocato e/o sostituito se non per giusta causa.
Il
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni ha la facoltà di
avvalersi di esperti scelti in collaborazione con il Legale Rappresentante, le
cui competenze siano opportune o necessarie in relazione a singole azioni o
procedimenti.
Art.7
Misure Preventive e Gestione del Rischio
Allo
scopo di prevenire ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione sui
tesserati, specie se minori, è obbligatoria la partecipazione al Tavolo
Permanente ENDAS coordinato dal Safeguarding Officer ENDAS e composto dal Responsabile contro abusi,
violenze e discriminazioni.
Le
attività di prevenzione contro illeciti e irregolarità hanno l’obiettivo di
rimuovere gli ostacoli per il benessere dell’atleta e ogni forma di
discriminazione, con progetti ad-hoc, a titolo esemplificativo: progetti
formativi calendarizzati, campagne di sensibilizzazione e ogni altra attività
si renda necessaria allo scopo, anche su proposte pervenute dai tesserati su email dedicata safeguarding@palestraeuropa.it .
Il
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, dovrà assicurarsi che
all’interno della propria struttura sia in vigore un modello organizzativo
performante per l’attività dell’Associativa, prevedendo quanto necessario per
l’attuazione delle procedure (esempio: procedura accesso ai locali degli
allenamenti dove è previsto un contatto fisico, procedure per viaggi, trasferte
e manifestazioni sportive, eventuali convenzioni con medici sportivi e
psicologi per la cura dei minori).
Art.8
Misure di Contrasto
Tutti
i soggetti coinvolti a diverso titolo nelle attività dell’Associazione che
vengono a conoscenza di comportamenti rilevanti, sono tenuti a segnalare
tempestivamente al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni,
inoltrando comunicazione. Quest’ultimo deve comunicare tempestivamente al Safeguarding Officer ENDAS
Nazionale nelle modalità previste dalla Procedura per le segnalazioni di
illeciti e irregolarità.
La
Società Sportiva Dilettantistica Europa arl garantisce la riservatezza del
Segnalante, fatto salvo nei casi in cui sia evidente e comprovata la
responsabilità dello stesso per reati di calunnia e/o diffamazione.
In
caso di procedimento disciplinare a seguito di accertata violazione, lo stesso
si svolgerà nelle modalità e nei termini previsti dal Regolamento di Giustizia
e nel rispetto della normativa vigente.
Art.9
Responsabilità
Il
mancato adeguamento agli obblighi di cui al presente Regolamento ovvero la
dichiarazione non veritiera rispetto ai predetti
obblighi, costituisce violazione dei doveri di lealtà, probità e correttezza,
ai sensi del Regolamento di Giustizia.
Art.
10 Monitoraggio risultati
Al
fine di rendere performante il presente Regolamento, su input della relazione
semestrale redatta dal Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, l’Assemblea
dei Soci provvederà a valutare che le politiche messe in atto siano in linea
con gli obiettivi prefissati e apporrà gli eventuali correttivi e/o
integrazioni necessarie proposte dal Responsabile.
Art.11
Pubblicità e diffusione politiche Safeguarding
La
diffusione del seguente Regolamento è obbligatoria e deve essere effettuata con
tutti i mezzi (informatici, affissione, messa a disposizione).
La
mancata pubblicità del Regolamento e suo materiale correlato, costituisce
illecito e deve essere segnalato al Safeguarding Officer ENDAS Nazionale.
Art.12
Riservatezza e privacy
Il
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è tenuto agli obblighi di
riservatezza previsti dal Regolamento del Safeguarding.
L’identità del segnalante non può essere rivelata a persone diverse da quelle
competenti a ricevere o a dare seguito alle segnalazioni. La protezione
riguarda non solo il nominativo del segnalante ma anche tutti gli elementi
della segnalazione dai quali si possa ricavare, anche indirettamente,
l’identificazione del segnalante e dei soggetti coinvolti. Le documentazioni relative
alle segnalazioni devono essere conservate nel rispetto del GDPR 2016/679 e
conservate per il tempo necessario al trattamento della segnalazione e comunque
non oltre 5 anni a decorrere dalla data di comunicazione dell’esito finale
della segnalazione.
Art.13
Ritorsioni
Costituisce
violazione al presente Regolamento, al Codice di Condotta, qualsiasi
comportamento, atto od omissione, anche solo tentato e/o minacciato, con
volontà di provocare danno ingiusto alla persona segnalante, in relazione alla
segnalazione presentata, punibile ai sensi dei Regolamenti interni dell’ENDAS.
Art.14
Norme finali/Transitorie
Entro
il 31 Agosto 2024 è adottato il Modello organizzativo
e di controllo dell’attività sportiva nonché il Codice di Condotta, conformi
alle Linee Guida predisposte dall’ENDAS.
Entro
il 1° luglio 2024 è nominato il Responsabile contro abusi, violenze e
discriminazioni di cui all’art. 10. La nomina dovrà, senza indugio, essere
comunicata al Safeguarding Officer
Nazionale ENDAS.
Le
sanzioni in caso di mancato adempimento degli obblighi di cui al presente
Regolamento, si applicano a partire dal 1° Gennaio
2025.
Per
quanto non esplicitamente previsto, si rimanda a quanto prescritto dallo
Statuto, dalla normativa vigente e da tutta la Regolamentazione dell’ENDAS,
incluso il Codice Etico e il Codice di Condotta.
Il presente
Regolamento, approvato dall’ Assemblea dei Soci, entra in vigore il giorno
successivo alla sua pubblicazione